venerdì 27 maggio 2011

La sovranità è ancora del popolo?


Il Decreto Ominibus è diventato legge. Ieri, 26 Maggio, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge di conversione del decreto omnibus del 31 Marzo 2011 n. 34. Il testo ora è in attesa di essere firmato dal Capo dello Stato. L’approvazione del decreto è avvenuta per una manciata di voti, una decina. Ecco le norme in esso contenute.

Il decreto “omnibus” stabilisce: la rinuncia da parte del Governo ad impiantare centrali nucleari nel nostro Paese; lo stanziamento di 149 milioni di euro a favore del Fus (Fondo unico per lo spettacolo); alcuni limiti alla proprietà di televisioni e giornali (in particolare, viene fissata una proroga del divieto di partecipazione in imprese editrici di giornali quotidiani da parte delle società televisive in ambito nazionale, alla data del 31 Dicembre 2012); lo stanziamento di 7 milioni di euro per interventi a favore della “cultura”, ossia istituzioni ed enti che svolgono attività culturali; 80 milioni per la conservazione e manutenzione dei beni culturali; la possbilità di attingere ai prestiti agevolati della Cassa depositi e prestiti a favore di società considerate “strategiche”; soppressione di un euro sul prezzo dei ticket per entrare al cinema (tale contributo era stato previsto nel decreto “mille proroghe”). Naturalmente le polemiche non sono mancate, a giusta ragione. Il decreto arriva a pochi giorni dal referendum (indetto per i prossimi 12 e 13 Giugno), e non è ancora chiaro se tali norme, che stabiliscono il divieto di costruire centrali nucleari in Italia, siano sufficienti a decretare l’annullamento del quesito referendario su tale materia.
Il tema del nucleare nel referendum è un punto chiave,se verrà cancellato,speriamo di no, non sarà facile raggiungere in quorum.
Vediamo però il resto del mondo come si sta muovendo sulla questione Nucleare.


Secondo il governo italiano, anche dopo la disfatta di Fukushima, tutto il mondo continua a puntare sull’atomo. Beh, le cose non stanno esattamente così. Vediamo perché.

Il governo giapponese sta cercando altre fonti per garantire il fabbisogno energetico futuro del Paese. L’ultima iniziativa è stata battezzata “Sunrise Plan”, che non si dovrebbe tradurre tanto letteralmente come “piano dell’alba”, ma più che altro in senso figurato, come una sorta di “rinascita dal sole”. Il primo ministro Naoto Kan sta considerando un piano per imporre a tutti gli edifici di nuova costruzione in Giappone l’installazione dei pannelli solari entro il 2030. Il piano, che dovrebbe coprire tutte le nuove abitazioni e gli edifici commerciali, dovrebbe essere annunciato alla fine della settimana al vertice del G8 in Francia. (Telegraph)
E nel resto del mondo invece? Per quanto riguarda la Svizzera, la popolazione non si fida più dell’atomo dopo Fuskushima e dunque è inutile costruire altre centrali. Entro il 2034 il Paese d’oltralpe ha stabilito quindi di eliminare il nucleare. Le centrali nucleari esistenti verranno chiuse alla fine della loro vita operativa e non saranno rimpiazzate da centrali nucleari nuove.
L’abbandono avverrà per tappe: delle cinque centrali – che fin ora hanno soddisfatto il 40% del fabbisogno energetico del paese – la prima sarà smantellata nel 2019. L’ultima invece cesserà di funzionare solo nel 2034. La storia del nucleare in Svizzera, cominciata già nel lontano 1962, è stata già in passato costellata di tentativi di rinuncia all’atomico, vedi il referendum del 1979, quello del 1984 e quello del 1990.Una diversa coscienza anima però oggi il paese, giunto ad una svolta che alcuni definiscono storica.
C’è da chiedersi allora come mai questi Paesi, accogliendo le richieste legittime dei suoi cittadini, dicano finalmente “no” al nucleare. Noi invece, qui in Italia, blocchiamo anche il referendum che ci avrebbe permesso di bloccare l’atomo. Proprio ieri infatti il Governo ha votato la fiducia sul decreto omnibus, che di fatto cancella il quesito referendario sul nucleare. Ma, attenzione, non è detta l’ultima parola: manca ancora la firma del Presidente Giorgio Napolitano, poi la decisione finale la prenderà la Corte di Cassazione. Sperando che non si giunga ad una vera e propria censura del referendum!
Anche l’Austria e la Finlandia hanno fatto un passo indietro verso il nucleare, ordinando lo stress test per gli impianti al fine di provare la resistenza a catastrofi naturali come terremoti o inondazioni.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha rinviato i lavori per estendere l’operatività dei 17 reattori nucleari nel paese. Il provvedimento ha fermato immediatamente l’attività dei due rettori più vecchi, mentre in questo periodo di sospensione, gli altri 15 continueranno a lavorare come al solito.

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