lunedì 24 dicembre 2012

Il testamento di Tito...


IL TESTAMENTO DI TITO (Faber)
Troverete il mio commento a fine testo.

Non avrai altro Dio, all'infuori di me,

spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te,
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.


Non nominare il nome di Dio,

non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero, lo nominai invano.

Onora il padre. Onora la madre

e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.

Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Il quinto dice "non devi rubare"

e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri

cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami, così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce ed il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore,
ma non ho creato dolore.

Il settimo dice "non ammazzare"

se del cielo vuoi essere degno.
guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazareno,
e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza

e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino
e scordano sempre il perdono.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri,

non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri, già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio

mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.


Una canzone oggi come non mai attuale,vediamo spesso gli sfarzi degli uomini di chiesa e l'ipocrisia che dilaga e regna in quegli ambienti. Oggi mi son chiesto perchè,come è cominciato tutto,anzi come è cominciata la fine della vera fede? Un cardinale,non ricordo il nome,pochi giorni fa su un giornale diceva che non aveva senso essere credenti e non praticanti. Io penso che non sia vero e lo dico da agnostico,credo nella fede delle persone ma soprattutto nella fede libera e se il loro non praticare è motivato io penso che valga la pena anche assecondarlo o quanto meno capirle il motivo,ho formulato un ipotesi e vorrei esporla. Credo che la fede negli ultimi anni sia venuta meno in molte persone,forse perchè troppo impegnate in altro o forse per una sfiducia collettiva non tanto nella divinità quanto nelle istituzione eclesiastiche, sempre più spesso si è visto un divario crescente tra le parole dette da papi cardinali e via dicendo e poi i loro comportamenti irrispettosi e ipocriti,si parla di povertà nelle sacre scritture e di tolleranza e poi abbiamo un papa vestito di ori e preziosi che sputa sentenze contro omosessuali,questa è una netta contraddizione e l'uomo di oggi che dopo molto tempo ha preso coscienza anche della propria fede si sta discostando da tutta questa ipocrisia e da tutta questa perdita di valori,un fedele cosciente e pensante,oggi non puà altro che essere un credente non praticante,perchè praticare e riconoscere un valore a queste istituzioni ipocrite sarebbe come consegnare a queste persone il proprio giudizio critico e le proprie opinioni e diventare anzichè gregge di Dio,pecore scellerate di pastori ipocriti. Molte persone che conoscono si reputano credenti non praticanti proprio per questo motivo,alla fine la fede è un fatto di cuore e non può seguire protocolli o regole se non quelle della propria coscienza e del proprio cuore.

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